Cristiano Cavina nasce a Casola Valsenio nel maggio del 1974. Si nutre di storie fin da piccolo, ascoltando i racconti dei vecchi al bar; quando poi scopre i libri, la sua strada è tracciata. Scrive di cose che conosce bene: la sua infanzia in Alla grande (Premio Tondelli) e Un’ultima stagione da esordienti; l’epopea di Nonna Cristina in Nel paese di Tolintesàc; la sua storia di figlio senza padre e di padre fuori dagli schemi ne I Frutti dimenticati (Selezione premio Strega); il lavoro nell’immensa cava di gesso alle porte di Casola Valsenio in Scavare una buca; i suoi anni di scuola superiore in Inutile Tentare Imprigionare Sogni. In La pizza per autodidatti trasmette la sua esperienza di pizzaiolo quando c’è nella Pizzeria Il Farro di Casola Valsenio: tra impasti, temperature e ricette, ci svela l’importanza del forno per un narratore come lui. Tra gli ultimi scritti pubblicati: Ottanta rose mezz’ora (2019), Pepi mirino e la macchina del buio (2019), editi da Marcos y Marcos, La parola papà (Bompiani 2022).