Benvenuti a Grammaland si fonda su un paio di idee basilari. La prima è che le cose imparate da piccoli non si scordano più. La seconda è che è possibile insegnare la grammatica in maniera divertente; anzi, la comicità e perfino i colpi di scena di un’avventura romanzesca possono aiutare a fissare in maniera duratura nozioni e regole. In questo libro, i ragazzini protagonisti partecipano a un campo scuola in un parco a tema molto particolare, Grammaland. Qui i tunnel dell’orrore, gli ottovolanti, i castelli magici offrono l’occasione di affrontare le insidie dell’ortografia (tra doppie, lettere a rischio, accenti e apostrofi), della morfologia (plurali complicati e verbi irregolari), della sintassi (dall’uso del congiuntivo alla punteggiatura) e del lessico (tra parole difficili e i trucchi per imparare a consultare il vocabolario). Il risultato è un’avventura comica e irriverente (un po’ alla Roald Dahl) in fondo alla quale i lettori si accorgeranno di aver preso confidenza con l’italiano. Senza fatica, anzi ridendo parecchio.